Alle 20.10 del 10 gennaio gli Interrupters hanno terminato da pochi minuti il loro set. Dopo un rapido cambio palco sulle note di Bohemian Rhapsody (ci vuole coraggio!) entra dalle quinte un coniglio rosa per scaldare il pubblico prima dell’ingresso dei Green Day.
Lo show inizia con ‘Know Your Enemy‘ che rende immediatamente euforica buona parte della platea. Caratterizzato da una robusta scaletta che alterna brani storici: ‘Boulevard of broken dreams‘, ‘Basket Case‘ a brani più recenti: ‘Youngblood‘ e ‘Forever now‘, assistiamo ad un continuo crescendo che si conclude dopo due ore e un quarto con Billie Joe Armstrong solo sul palco che esegue ‘Ordinary world‘ e ‘Good riddance (Time of your life)‘ con la sua chiatarra acustica.
Prima di iniziare a parlare di musica voglio esprimere tutto il mio apprezzamento alla dichiarata posizione contraria a Trump della band. Le mani di tutto il Pala Alpitour hanno battuto all’unisono quando Billie Joe Armstrong , tra un pezzo e l’altro, ha sottolineato: “Lui non è il mio presidente. Da voi in Italia c’è una libertà che in America è venuta meno“. Bravo!
Veniamo alla musica:
Sono compatti, Billie Joe si muove con leggerezza ed è capace di accendere il pubblico con entusiasmo. Alcune scelte sono però un mistero. Perché 6 performer ? Per il genere che propongono, per le canzoni che suonano e soprattutto per il risultato musicale ottenuto, un tastierista e 3 chitarristi sono inutili.
Nessuno dei musicisti mostra doti tecniche particolari e dopo 20 minuti di spettacolo una sorta di ‘noia sonora’ inizia a presentarmi il conto. Le atmosfere non cambiano mai. Un muro di chitarre distorte per un Grit Pop/Punk che dura più di due ore. Billie Joe canta nella sua unica ottava proponendo scale maggiori in tutte le permutazioni possibili ma questo non fa altro che accrescere il senso di noia.
Fedeli a se stessi trovo che nel tempo non si siano rinnovati. Sono musicalmente fermi. Ad esempio ‘Jesus of Suburbia‘, apparentemente una delle loro canzoni più complesse, non è altro che un collage di giri armonici piuttosto banali montati in serie. A mio avviso dovrebbero abbandonare quello spirito da college band che ancora aleggia su di loro. Proprio perché mi ricordavano gli anni trascorsi all’università, sarebbe stato bello sentire anche “Minority”, “21 guns”, “Wake me up when September ends” e “Warning”, in fondo se vuoi fare revival non puoi lasciare indietro i pezzi migliori. Infine povera la scenografia (ma a quanto pare questa è stata una scelta della produzione esecutiva ? $$$ ) .
Ultimissima nota, scarsissima l’acustica del Pala Alpitour (ma su questo i Green Day non hanno responsabilità).
Voto: 7
Scaletta:
“Know your enemy”
“Bang bang”
“Revolution radio”
“Holiday”
“Letterbomb”
“Boulevard of broken dreams”
“Longview”
“Youngblood”
“Welcome to Paradise”
“Brain stew”
“Jaded”
“Christie road”
“Hitchin’ a ride”
“Waiting”
“Are we the waiting”
“St.Jimmy”
“Basket case”
“She”
“King for a day”
“Shout/The kids are alright/Satisfaction/Hey Jude”
“Still breathing”
“When I come around”
Bis:
“American idiot”
“Jesus of Suburbia”
Buongiorno ControEditoriale,
ho letto con molta attenzione il tuo post relativo al concerto del Green Day.
Ero anche io presente al concerto, come immagino molti altri lettori del tuo Blog, e nel mio piccolo voglio commentare per punti le frasi che hai scritto.
1) Iniziamo dalla Frase detta da Billie, mi sembra che qua in italia non ci sia tutta la liberta’ di cui parla (vedi il campo delle elezioni) e poi sinceramente queste “uscite” degli artisti nei concerti io non le ho mai concepite.
2) Poni l’attenzione sul numero dei performers che compongono il gruppo. il gruppo nasce con 4 artisti Billie Joe Armstrong (chitarra e voce), Mike Dirnt (basso e voce secondaria), Tré Cool (batteria) e Jason White (chitarra).
Il gruppo spesso viene affiancato da alcuni Turnisti Jeff Matika (chitarra, cori) e Jason Freese (tastiera, pianoforte, sassofono, trombone, cori) presenti in alcune performance dello spettacolo (vedi ad esempio il pezzo fatto con il sax)
Poi se un gruppo collaudato, non sto qua ad elencarti tutti i premi vinti dalla band, che nasce con 4 componenti funziona, attira gente, vende album va benissimo cosi.
3) Arriviamo al pezzo della ‘Noia Sonora’, sicuramente e’ un giudizio fatto da uno che di musica ne capisce, che di sonorita’ ne’ mastica, io non posso fare giudizi tecnici in merito.
Quello che posso dire e che pur essendo monotoni e noiosi a me, come a circa 13.000 anime presenti sono piaciuti un sacco.
Secondo il mio modesto parere sono arrivati al cuore della gente presente che mi sembrava entusiasta della performance.
4) Scenografia scarna, puo’ essere, mi sono piaciuti un sacco i giochi con il fuoco e le esplosioni varie.
Molto belle anche la sincronia tra le luci e la musica. Alla fine non serve un palco immenso e tanti mega schermi per fare un buon concerto.
Lunga vita e prosperità.
Buongiorno a te,
sul punto uno nulla da eccepire ma credo che ogni artista gestisca la propria immagine come crede. Sul secondo un po di cose che non vanno ci sono. La band è nata come power trio e Jason White, che collabora con loro da anni, solo dal 2012 è considerato parte dei Green Day. Hai miei occhi già lui è un di più. Come ho già scritto sono rimasti fedeli a se stessi ma con due turnisti aggiunti avrebbero potuto stupirci con effetti speciali invece hanno usato due professionisti più per riempire le frequenze lasciate vuote che per suonare. ‘Noia sonora’ per me non vuol dire certo noia per tutti, hanno fatto il loro e l’han fatto bene, forse il vero problema è che non mi hanno stupito. Infine i giochi con i fuochi e le tante esplosioni son piaciute anche a me ma anche su questo avrei sperato in qualcosa in più.