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A Torino la comunità musicale ha voluto dare una pronta risposta a perquisizione e sigilli imposti al C.S.A. Murazzi, che seguono di poco le azioni repressive contro il Centro Sociale Askatasuna, le denunce recapitate ad alcuni musicisti che vi hanno offerto sostegno e le costanti minacce ad altri spazi occupati, .
In questo caso, le responsabilità non ricadono direttamente su Sindaco e Giunta, poiché l’azione giudiziaria portata avanti dalla Procura, non necessita in alcun modo di sostegno o permesso delle autorità cittadine, ma sono risultate preoccupanti alcune recenti posizioni espresse, per esempio, dalla capogruppo PD in Consiglio comunale, così come altre incaute esternazioni da parte di esponenti della maggioranza di centrosinistra.
Ecco perché chi, come i musicisti,conosce la storia delle occupazioni a Torino, sente la necessità di fare un punto della situazione. A beneficio di tutti.
“Lettera aperta, al Sindaco e alla Giunta comunale della Città di Torino.
In seguito alle sempre più frequenti minacce di sgombero ma anche in relazione a posizioni ambigue espresse da esponenti delle forze politiche alla guida della Città, musicisti e musiciste torinesi esprimono il proprio parere sulla prospettiva di una stagione repressiva di sgomberi degli spazi sociali occupati.
Conoscere la recente storia culturale della nostra città, significa anche comprendere il ruolo importante svolto dagli spazi occupati. A partire da quando una precedente Torino era avara di luoghi e occasioni adeguate alle necessità giovanili, le energie spontanee che diedero vita alle iniziative autogestite, attivarono buona parte di quello che in città mancava.
Le insegne erano quelle del dissenso ma nei fatti, in quei luoghi e in quei momenti, si andava innescando una trasformazione radicalmente costruttiva, per l’attitudine e l’identità della Torino che sarebbe venuta.
Musica, arte, cultura non allineata, festival, radio, pubblicazioni. Le generazioni di ragazze e ragazzi che hanno trovato porte aperte in quei laboratori spontanei è stata, in seguito, la stessa capace di rendere buona parte dei nascenti luoghi della socialità giovanile, accessibili a chiunque, inclusivi e culturalmente vivaci. Come in nessun’altra città.
L’intera scena musicale cittadina ha avuto da sempre opportunità per crescere e confrontarsi su un palco e con un pubblico negli spazi occupati, che si sono presto moltiplicati. Molti dei più attivi operatori culturali di oggi, hanno potuto muovere le prime esperienze in quei momenti di aggregazione.
Non c’è nulla di nostalgico in questa ricostruzione, ma è la storia a dirci chi siamo e la storia è importante conoscerla. Siamo musicist*, artist*, organizzatori e organizzatrici di spazi ed eventi culturali ma siamo soprattuto testimoni di cose avvenute e diventiamo testimoni a carico quando si tratta di ricordare in quali e quante occasioni Torino è stata in grado di cancellare pezzi importanti della sua identità.
La malinconica vicenda dei Murazzi, ancora oggi non del tutto risolta, sta lì a ricordare cosa succede quando una lettura puramente “normativa” della realtà si sostituisce alla sensibilità necessaria per misurare le scelte con dovuto e lungimirante criterio.
Conosciamo tutt* l’aria che tira in un Italia che scivola in modo preoccupante verso rigidità neo conservatrici.
Chiediamo al Sindaco e alla Giunta di non cedere alla tentazione di allinearsi alla direzione generale di marcia, ma di rispettare la sensibilità di una città che ha mostrato, anche nella più recente occasione elettorale, di essere speciale e diversa.
Un’amministrazione consapevole, soprattutto in un momento come questo, dovrebbe mostrarsi refrattaria all’aggressione di spazi e situazioni che, pur nascendo come momenti di critica, dissenso, contrapposizione a determinati modelli sociali, finiscono per rappresentare opportunità di coinvolgimento sociale e culturale in luoghi altrimenti inutilizzati.
E lo sono per molti giovani, legati all’attivismo e non, oltre che per una parte di cittadinanza che nell’attuale scenario di crisi, rischia di venire tagliata fuori.
Queste riflessioni finalizzate ad offrire una prospettiva di lettura più ampia possibile agli amministratori della Città, non possono certo opporsi ad iniziative provenienti da ambiti politici di governo, né a relative azioni giudiziarie.
Sappiamo anche fino anche punto l’autorità cittadina è in grado esercitare la propria azione, ma chiediamo ugualmente al Sindaco e alla Giunta di adoperarsi nelle sedi opportune per evitare di dovere assistere ad episodi di inutile tensione e alla soppressione di spazi attivi, diversamente destinati all’incuria e all’abbandono.
Auspichiamo che da oggi, nella nostra città, la nostra opinione possa essere tenuta in considerazione.”
Africa Unite
Ale Tubo
Andrea Laszlo de Simone & Orchestra
Alberto Bianco
Bandakadabra
Bluebeaters
Cosmo
Davide Tomat
Emanuele Cisi
Ensi
Eugenio In Via Di Gioia
Federico Sirianni
Fratelli di Soledad
Indianizer
Johnson Righeira
Khompa
Liede
Linea77
Luca Morino
Mao
Marlene Kunz
Medusa
Monaci del Surf
Michael Sorriso
Paolo Spaccamonti
Proclama
Riccardo Salvini
Spime.im
Statuto
Subsonica
Sweet Life Society
The Wends
Willie Peyote
(ulteriori adesioni in corso)