Venere è un postaccio

Venere ha un nome molto elegante e sensuale, ma è un vero inferno. No davvero, è il posto peggiore di tutto il sistema solare. La temperatura media supera i 460 °C, abbastanza da fondere il piombo. La pressione atmosferica è oltre 90 volte quella terrestre. Come se non bastasse, il pianeta è ricoperto da spesse nubi di acido solforico. Pioverebbe acido solforico, se le temperature non fossero tali da far evaporare la pioggia prima che raggiunga il suolo. Le nubi sono altamente riflettenti: questo rende Venere molto luminoso nel nostro cielo, ma significa anche che lassù non c’è mai luce.

Davvero, Venere è un postaccio.

Eppure è così simile alla Terra. Per dimensioni, densità, composizione. Un tempo era pure nella fascia di abitabilità del Sole. Alla fine degli anni ’70 la sonda Pioneer Venus trovò indizi di un possibile antico oceano d’acqua in superficie. Le simulazioni concordano: Venere ha avuto temperature ospitali (20-50 °C) per circa 3 miliardi di anni. Ci si poteva andare in vacanza. Perché allora oggi è così invivibile?

La risposta è: anidride carbonica. La stessa che ci piace spargere allegramente in atmosfera. Le simulazioni dicono che su Venere si stava bene finché 715 milioni di anni fa un evento globale riempì la sua atmosfera di CO2. Non le 400 parti per milione terrestri. No no: parliamo del 96%. Da dove è venuta?

Probabilmente era stoccata nei silicati, e un’intensa attività vulcanica ne ha liberato enormi quantità. A questo punto la CO2 fa quello che deve fare: alza le temperature. Gli oceani evaporano, liberando vapore acqueo che a sua volta inasprisce l’effetto serra aumentando le temperature e quindi la quantità di vapore acqueo e quindi l’effetto serra e quindi… insomma, avete capito il circolo vizioso. La mancanza di acqua in superficie rallenta la tettonica delle placche fino a fermarla. Questa ha un ruolo chiave nel regolare la CO2 atmosferica, perché porta regolarmente in superficie nuove rocce in grado di assorbire il gas serra. Niente tettonica, niente sequestro della CO2. Il pianeta è destinato a rimanere un inferno invivibile.

Se pensate che tutto questo non ci riguarda, sappiate che un giorno toccherà anche a noi. Dovete sapere che il Sole invecchiando diventa sempre più caldo. Tra un miliardo di anni o giù di lì il nostro pianeta si scalderà abbastanza da innescare il circolo vizioso che rese Venere il deserto che conosciamo. Gli oceani evaporeranno, l’effetto serra andrà alle stelle e tutta la vita si estinguerà.

Se tutto questo non vi fa suonare un campanello d’allarme, dovrebbe. Diamo per scontata l’abitabilità del nostro pianeta, come se fosse una sua caratteristica intrinseca, ma non lo è affatto. I nostri due vicini di casa, Venere e Marte, stanno lì a dimostrarlo. Venere in particolare ci ricorda che gli effetti della CO2 sono tutt’altro che ipotetici. Non si scherza con la CO2. Giochiamocela bene, perché forse non avremo una seconda possibilità.

Fonte: https://www.facebook.com/NextSolarStorm/

Pubblicato da ilcontroeditoriale

Appassionati d'arte e attualità, da qualche tempo blogger